Nono “Col Moschin”, leggenda italiana tra le Forze Speciali

 

IX Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin"
IX Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”

Ogni Nazione del mondo ha da sempre sentito il bisogno di dotare i propri eserciti di gruppi scelti di uomini con doti straordinarie e sottoposti ad addestramenti speciali affinché potessero essere impiegati in missioni altamente rischiose: sono gli uomini delle Forze Speciali e tra queste il leggendario “Nono Col Moschin”, il XI Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin” della Brigata Folgore.

Le missioni affidate agli uomini delle Forze Speciali sono in genere incursioni ad alto rischio finalizzate al sabotaggio e distruzione di importanti obbiettivi nemici nel quadro di più vaste operazioni militari ma possono anche essere impiegati per la liberazione di ostaggi, la cattura di pericolosi terroristi e criminali di spicco a livello internazionale.

Nono Col Moschin
Nono Col Moschin

Come altri Paesi anche l’Italia ha deciso, già in epoca remota, di dotarsi  di reparti speciali sia in ambito militare che non costituiti da uomini super addestrati con un altissimo livello di specializzazione. Il XI Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”, per tutti conosciuto come il “Nono”, è un reparto speciale dei paracadutisti dell’Esercito Italiano inquadrato appunto nella Brigata Paracadutisti “Folgore” ma sotto il comando diretto del C.O.F.S., Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali; il Nono Col Moschin è l’unico reparto speciale dell’Esercito Italiano abilitato a compiere operazioni speciali in territorio nemico.

Arditi - Prima Guerra Mondiale
Arditi – Prima Guerra Mondiale

Già durante la Prima Guerra Mondiale furono creati i Reparti d’Assalto “Arditi” con il compito di portare a termine missioni altamente rischiose in territorio nemico come il sabotaggio di postazioni nemiche o l’infiltrazione nelle trincee avversarie eliminando più nemici possibile con lancio di bombe a mano o, il più delle volte, ingaggiando combattimenti a mani nude o all’arma bianca, armati del solo pugnale. Il Nono Reggimento Col Moschin è il diretto discendente del IX Reparto d’Assalto degli Arditi che più di tutti gli altri reparti di Arditi nel corso della Prima Guerra Mondiale divenne una vera e propria legenda distinguendosi con innumerevoli atti di eroismo tra cui la riconquista delle posizioni sul Col Moschin, sull’Asolone e sul Col della Berretta situati nel territorio del Monte Grappa precedentemente conquistate dall’esercito austriaco; gli Arditi difesero strenuamente le proprie posizioni sotto gli incalzanti assalti dell’invasore austriaco. Proprio da questo atto di eroismo il IX Reparto d’Assalto degli Arditi assunse la denominatzione di “Col Moschin”.

Arditi Paracadutisti
Arditi Paracadutisti

L’eroismo dimostrato nelle imprese militari audaci di quei uomini fu tale che anche Gabriele D’Annunzio ne rimase affascinato al punto da volerne vestire la divisa durante l’occupazione della città di Fiume del 1920 di cui fu ideatore e comandante. Il X Reggimento Arditi si costituì a Santa Severa (ROMA) nel 1942 sotto gli ordini diretti dall’Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore; gli appartenenti a questo reparto portavano sulla divisa mostrine con fiamme nere. Il nuovo reparto speciale si distinse durante i primi anni della Seconda Guerra Mondiale in territorio siciliano, da poco liberato dagli Alleati, e nelle zone di guerra del Nord Africa compiendo rischiose operazioni oltre le linee nemiche. Un anno dopo, nel 1943, il X Reggimento Arditi fu sciolto ma l’anno successivo il I Battaglione di base in Sardegna assunse la denominazione di IX Reparto d’Assalto partecipando alle operazioni della Guerra di Liberazione nell’ambito del Gruppo di Combattimento “Legnano”. Il Reparto fu ancora sciolto nel 1946 con la fine del conflitto mondiale, successivamente, nel 1952, ex ufficiali degli Arditi ricostruirono in segreto un reparto di combattenti specializzati in seno al Centro Militare di Paracadutismo ubicato presso Viterbo e nel 1953 fu ricostituito come Compagnia d’Assalto presso la Scuola di Fanteria di Cesano finché dopo circa un anno venne sostituita dal Reparto Sabotatori Paracadutisti dislocato presso la Scuola di Paracadutismo di Pisa.

Arditi Sabotatori - 1952
Arditi Sabotatori – 1952

Nel 1954 fu ideato un primo programma addestrativo per i futuri Sabotatori individuando tra i futuri compiti della Compagnia operazioni di intelligence e sabotaggio in territorio ostile; il programma addestrativo prevedeva quindi l’acquisizione di tecniche di sabotaggio, arrampicata su roccia, l’utilizzo degli sci, tecniche di combattimento corpo a corpo, la capacità di utilizzare una vastissima gamma di armi e mezzi militari di ogni genere, la creazione di ponti radio ed il loro utilizzo, nozioni di cartografia e la padronanza di attrezzature, mezzi ed ogni elemento relativo ad incursioni navali da apprendere presso il GRUPP.ARD.IN. del Varignano, attualmente COM.SUB.IN.

Nel 1961 il Reparto venne trasformato in Battaglione Sabotatori Paracadutisti e fu completamente integrato nella Brigata Paracadutisti “Folgore”; solo il 26 settembre 1975 il Reparto Sabotatori Paracadutisti assunse la denominazione di IX Battaglione d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin” e la qualifica di Sabotatore per gli operatori fu sostituita da quella di Incursore. La denominazione finale di IX Reggimento Paracadutisti “Col Moschin” fu assunta più di recente, nel 1995, a seguito della riforma dell’Esercito Italiano.

IX Reggimento d'Assalto Paracadutisti "Col Moschin"
IX Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin”

Proprio per le sue gloriose origini il Nono Col Moschin custodisce la bandiera del X Reggimento Arditi dal quale ha inoltre ereditato, nel 2006, le mostrine sulla divisa con fiamme nere a due punte con sovrapposto un gladio “alato” con paracadute; inoltre anche per il fregio del basco è stato richiamato il simbolo del Reparto Arditi. La Bandiera di Guerra del Reggimento si fregia di due Ordini Militari d’Italia, una Medaglia d’oro al Valore dell’Esercito e tre d’Argento al Valor Militare e festeggia la propria festa il 23 Ottobre in ricorrenza della data della storica battaglia di El Alamein il 23 Ottobre del 1942.

Tra le varie missioni affidate al Battaglione, le operazioni di salvataggio della popolazione civile minacciata dallo straripamento dell’Arno; a tal fine la sera del 4 novembre 1966 l’intero Battaglione fu dispiegato nell’area di Pontedera ove il coraggio, il senso del dovere ed il profondo spirito di abnegazione degli operatori contribuirono al salvataggio di numerose vite umane. Tra il 1972 ed il 1974 ha luogo il primo “cross-training” con le forze speciali statunitensi e nello stesso periodo venne sviluppato il paracadute alare adottato prima di ogni altro proprio dai Sabotatori dell’Esercito Italiano ma attualmente usato ampiamente da molti Reparti Speciali nel mondo.

Intrusione "Col Moschin"
Intrusione “Col Moschin”

Numerose sono state le operazioni militari che il Nono ha compiuto fino ad oggi in tutto il mondo tra tutte alcune più significative; nella corso della missione “Italcon Libano 2” gli Incursori intervennero nella notte tra il 15 e il 16 marzo 1983 al fine di trovare il gruppo di assalitori che aveva attaccato una pattuglia del Battaglione San Marco in un imboscata nei pressi di Sabra ferendo gravemente tre marò uno dei quali morì poco dopo all’Ospedale Militare del Celio. Gli incursori del Nono intercettarono gli assalitori ed ingaggiarono un violento scontro a fuoco nel corso del quale i libanesi utilizzarono armamento pesante ed armi controcarro; alcuni operatori restarono feriti anche gravemente ed il giorno seguente Il comando dell’esercito israeliano inviò al contingente italiano il seguente messaggio su frequenza radio: “Comunicate al vostro comandante che siamo ammirati, perché in Medio Oriente nessuno combatte di notte”.

Altra importante operazione a cui parteciparono gli Incursori del Col Moschin fu quella relativa alla liberazione della nave Achille Lauro sequestrata da terroristi il 7 ottobre 1985; sessanta incursori del Nono arrivarono già in serata a Cipro pronti ad intervenire seguendo un piano messo a punto in collaborazione del UNIS del COMSUBIN della Marina Militare secondo il quale gli Incursori del COMSUBIN avrebbero effettuato l’irruzione iniziale e tutti i sessanta Incursori del Col Moschin avrebbero dovuto effettuare una “saturazione a macchia d’olio” e lo sgombero degli ostaggi. L’operazione non si svolse poiché prevalse la diplomazia.

IX Col Moschin - Scontro a fuoco
IX Col Moschin – Scontro a fuoco

Il Nono operò anche in Somalia nel corso dell’operazione Restore Hope, il 13 dicembre 1992, occupando inizialmente il palazzo dell’ambasciata italiana lasciata abbandonata dopo lo scoppio della guerra civile l’anno prima; successivamente, nella mattinata del 5 giugno 1993, si verificarono disordini violenti con scontri a fuoco a Mogadiscio che vedeva coinvolto un reparto di caschi blu pakistani caduto in un imboscata dei miliziani somali di Mohammed Farah Aidid in cui 24 soldati furono massacrati. Solo l’intervento di circa venti Incursori del Nono, che combatterono corpo a corpo, permise di portare in salvo circa ottanta pakistani delle forze ONU. Il 2 luglio 1993, nel corso della cosiddetta “Battaglia del pastificio” per salvare i militari italiani rimasti intrappolati in un’imboscata da parte di miliziani somali, il contingente italiano subì il ferimento di 26 militari e la morte di altri tre soldati tra cui uno degli Incursori del Nono decorato alla memoria con la medaglia d’oro al valor militare.

Nel 1994 gli Incursori del Nono e del COMSUBIN furono impegnati in Ruanda per evacuare i civili italiani dal territorio africano afflitto dalla guerra tribale; in quella occasione gli operatori arrivarono con velivoli dell’Aeronautica ma ebbero a disposizione mezzi di trasporto quindi per riuscire a recuperare civili lontani diversi chilometri dall’aeroporto quindi gli Incursori requisirono alcuni pick up civili parcheggiati nei pressi dell’aeroporto e dopo averli adattati allo scopo con alcune modifiche spartane completarono la missione affidatagli riuscendo, nonostante le resistenze incontrate, a recuperare i civili da evacuare ovunque fossero spostandosi sempre con le armi pronte.

Nono Reggimento "Col Moschin"
Nono Reggimento “Col Moschin”

Il Col Moschin fu dislocato in Afghanistan nel settembre 2007 e insieme al SBS britannico partecipò ad un blitz per liberare due agenti dell’AISE, il servizio di sicurezza italiano, rapiti nella provincia di Farah; mentre il Nono forniva la copertura di sicurezza gli uomini del SBS portarono a segno l’assalto finale poiché dotati di appositi mezzi a trazione integrale. Considerato che i terroristi decisero di spostare gli ostaggi improvvisamente, gli incursori dovettero effettuare l’operazione senza pianificazione e durante lo scontro con i terroristi i due ostaggi restarono feriti gravemente.

Il più recente impegno noto del Col Moschin è quello svolto in Libia per addestrare i ribelli del CNT, fornendo supporto e coordinando gli scontri nonché per “illuminare” i bersagli degli aerei NATO per i bombardamenti.

IX Reggimento d'Assalto "Col Moschin" - Lancio dimostrativo
IX Reggimento d’Assalto “Col Moschin” – Lancio dimostrativo

Da sempre, in ogni parte del mondo si trovino, ogni incursore del Nono porta inciso nel cuore il motto del Reggimento, “Della folgore l’impeto”.

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